Dolmen e menhir nel Salento: tra ritualità e mistero

Disseminati lungo il territorio salentino, è possibile trovare dei monumenti megalitici antichissimi, a volte anche preistorici. Si tratta dei dolmen e dei menhir: i primi probabilmente monumenti sepolcrali, i secondi forse propizianti fecondità, tuttavia nel tempo le funzioni potevano essere le più diverse.

Dolmen” è un termine bretone che fonde due parole e che tradotto letteralmente significa “tavola di pietra”. Come si può vedere dalle fotografie, infatti, si tratta di una grande lastra di pietra poggiata in orizzontale su altri grandi massi adagiati in posizione verticale: caratteristica tipica è che questi massi sono dei grandi blocchi monolitici. Il periodo di costruzione dei dolmen va probabilmente dal V al III millennio avanti Cristo, quelli salentini sono più recenti e risalenti tra il III e il II millennio avanti Cristo. I più importanti si rinvengono tra le campagne di Minervino, Melendugno, Castro, Vaste e Giurdignano ed assolvevano la funzione di sepolcri.

Anche “menhir” è un termine di derivazione bretone che fonde due parole, in questo caso il significato è “pietra lunga”. Ogni menhir è costituito da una lunga pietra monolitica alta anche cinque metri e disposta in verticale rispetto al terreno, alla stregua di un obelisco. Nelle foto potete vedere alcuni esempi di menhir salentini. Il blocco monolitico del menhir è quadrato, più largo alla base e più stretto in punta. Ne sono presenti anche alcuni rettangolari che presentano una caratteristica comune: hanno tutti le facciate più larghe orientate a nord e a sud e quelle più corte orientate ad est e ovest. I menhir sono molto diffusi nel Salento e diversi centri abitati ne possiedono almeno uno, anche in questo caso si crede che assolvessero ad una funzione funeraria indicando il luogo di sepoltura, oppure che fossero simboli per propiziarsi fecondità. Altra possibilità, è quella che fossero delle meridiane utili a registrare fasi astrali. Il più alto menhir d’Italia si trova a Martano, dove il “Menhir de Santu Totaru” misura oltre cinque metri di altezza, mentre nei pressi di Giurdignano se ne possono contare oltre quindici. La loro costruzione è preistorica (9-8000 anni avanti Cristo), ma durante il medioevo furono cristianizzati con l’incisione di croci e in alcuni paesi essi sono meta di pellegrinaggio nel giorno della Domenica delle Palme per la benedizione dei ramoscelli di ulivo.

Tra dolmen e menhir si contano in tutta la Puglia oltre cento di questi monumenti, di cui molto è ancora da scoprire sulla loro ritualità e su chi e perché cominciò a costruirli.

Chi è Fabio

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