La chiesa di Santa Teresa in Gallipoli, storia di miracoli


La chiesa fu costruita nel 1687 e fu consacrata nel 1692 dal vescovo Perez de la Lastra (1679-1700). Dal 1693 il convento, costruito contemporaneamente, entrò in funzione con due suore e due novizie (oggi ne conta circa una quindicina).
La facciata è molto sobria, mentre sulla porta d’ingresso laterale est – ingresso da cui prende l’avvio la visita della chiesa- troneggia la statua di 5. Teresa d’Avila.
L’interno, ad un’unica navata, è in stile barocco.

foto di Gabriele Zompì

foto di Gabriele Zompì

Nella navata a partire dall’ingresso si susseguono:
(sul lato destro) l’altare con tela di S. Agostino e di S. Ignazio dì Loyola, attribuita al Coppola; l’altare con tela dell’Immacolata insieme ai santi Giovanni Evangelista e Luigi Gonzaga, del 1949.
(sul lato sinistro) l’altare con tela raffigurante S. Maria Maddalena; l’altare con statua lignea di S. Teresa del Bambino Gesù. Sempre a sinistra, al di sotto della grata, è collocato un busto dedicato a mons. De la Lastra, sepolto sotto l’altare maggiore. Al di sopra di esso pende dall’alto il tipico cappello vescovile che si usava nei secoli passati, con tanto di cordino che penzola da un lato.

foto di Gabriele Zompì

foto di Gabriele Zompì

Il  presbiterio dell’altare è realizzato in pietra leccese, adorno di statue e colonne tortili.
La storia di questo monastero è strettamente legata alla vita di santa Teresa di Lisieux, detta del Gesù Bambino. In quesdto luogo infatti nel 1910 avvenne un fatto prodigioso che, si seppe poi, fu proprio ispirato dalla santa francese, all’epoca ancora beata. In breve, avvenne che il monastero navigava in brutte acque e le autorità ne minaggiavano la chiusura qualora non fosse stato pagato un balzello. Una legge del governo italiano del 17 febbraio 1861 aveva stabilito infatti l’espropriazione e la soppressione di moltissimi beni ecclesiastici, soprattutto nel Meridione d’Italia, laddove erano anche più numerosi.

La "ruota" del monastero - foto di Gabriele Zompì

La “ruota” del monastero – foto di Gabriele Zompì

Tra questi beni figurava il monastero delle Carmelitane di Gallipoli, che come gli altri poteva garantirsi la sopravvivenza solo pagando una cospicua percentuale di tributi all’ erario. Il monastero di Gallipoli chiuse l’anno 1909 con un deficit, riscontrabile ancor oggi nel libro dei conti, il passivo ammontava appunto a trecento lire. Fu così che madre Carmela decise di cominciare assieme alle sue consorelle un triduo di preghiere alla SS. Trinità chiedendo l’intercessione di Teresa di Lisieux. Così la notte fra il 15 e il 16 gennaio 1910. ultimo giorno del triduo, accadde ciò che le carmelitane speravano, ma che nessuno pensava potesse realmente avvenire.
Dopo l’apparizione in sogno di Teresa di Gesù Bambino, madre Carmela corse verso la cassetta delle offerte, collocata nella “stanza della ruota” e con immensa meraviglia vi trovò le cinquecento lire promesse.
Questo evento prodigioso fu ritenuto “miracolo” nella causa di canonizzazione di Teresa, proclamata santa nel 1925.
Questo luogo dunque non è solo uno scrigno d’opere d’arte, ma anche di fede e di fatti soprannaturali, che in vario modo si sono succeduti nei secoli, non ultimo quello delle vocazioni religiose, che in tempi come questi sono davvero dei grandi “miracoli”.