La processione dell’ Addolorata

foto di Gabriele Zompì

Anche quest’anno la cittadina di Gallipoli, il venerdì precedente la domenica delle Palme, rinnova un antico rito di devozione e di fede. Si tratta delle processione dell’Addolorata, che sarà il 27 marzo 2015.

Dunque ancora una volta la confraternita della Misericordia e del Monte Carmelo sarà impegnata nell’evento religioso più atteso e coinvolgente dell’anno.

foto di Gabriele Zompì

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Il momento più atteso e commovente è quello dell’uscita della statua della Vergine dalla sua chiesetta del Carmine di via Fontò, un posto che per l’occasione diventa più angusto di quello che è, collocato in prossimità di un incrocio con la via principale del centro storico, via Antonietta De Pace.

La folla infatti che si raduna in questo luogo è tantissima e molto spesso gli stessi confratelli, che devono dispiegarsi lungo la processione, a fatica riescono a passare e raggiungere il loro posto.

Tutto ciò avviene intorno alle 12, ora in cui è previsto per tradizione l’inizio del solenne pontificale nella concattedrale, ed è proprio lì che la processione arriva, dopo un breve percorso. Il vescovo celebra la santa messa accompagnata da canti eseguiti dalla schola cantorum.

Dopo la messa intorno alle 13,30 inizia un altro rito legato alla celebrazione della Vergine Addolorata: l’esecuzione dell’oratorio sacro, denominato comunemente frottola, di cui esistono due versioni antiche: Ahi, sventura! e L’han confitto.

foto di Gabriele Zompì

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Sì tratta di composizioni musicali molte famose e diffuse nell’Ottocento, e non solo in ambienti ecclesiastici, per orchestra, solisti e coro. L’autore per decine d’anni prescelto e più eseguito è stato il maestro gallipolino Francesco Luigi Bianco (1859-1920), che dedicò i suoi lavori in esclusiva alla confraternita della Misericordia. Anche Giovanni Monticchio, altro compositore gallipolino, vissuto nello stesso periodo, ha voluto rendere omaggio alla Vergine Addolorata, dedicandole una particolarissima ed emozionante versione dello Stabat Mater. Sia le due Frottole, sia lo Stabat vengono eseguiti alternandosi anno dopo anno.

 

foto di Gabriele Zompì

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Quest’anno è la volta dello Stabat Mater proprio del maestro Giovanni Monticchio, a dirigerlo sarà un altro giovane maestro gallipolino, Enrico Tricarico. L’esecuzione dell’oratorio sacro sarà poi ripetuta in altre due chiese della città: san Gerardo e Sacro Cuore, entrambe ubicate nella città nuova. Il rientro della processione nella città vecchia sarà, anche questo come tradizione, accompagnato dallo squillo delle sirene delle imbarcazioni del porto. E proprio alle barche, alle navi, ai mezzi e agli uomini di mare sarà impartita la solenne benedizione dal bastione antistante la chiesetta di san Francesco di Paola, da cui si ammira l’intera area portuale.

Foto di Gabriele Zompì

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Nel gesto solenne della benedizione suonano a festa anche le centinaia di auto presenti nella zona, per salutare e ringraziare Maria. Si tratta del momento più emozionante dell’intera giornata. Subito dopo, la processione percorre le vie del centro storico fino a ritornare nella sua chiesa di via Fontò tra due ali di folla che assistono commossi al rientro della sacra effige.

Poco prima però un’ ultima benedizione è impartita dal parroco in piazza Imbriani, a pochi metri dalla chiesa del Carmine. Questa è anche l’occasione per un ultimo saluto del parroco e per una toccante riflessione sui dolori di Maria. Così si conclude ogni anno questo solenne giorno dedicato all’Addolorata, un rito sempre uguale a se stesso eppure sempre nuovo nell’emozione e nelle sensazioni che suscita nei fedeli e anche nei semplici spettatori.