I muretti a secco del Salento

Uno dei paesaggi tipici delle campagne salentine è quello dei muretti a secco che inframmezzano una proprietà con un’altra. Si tratta di costruzioni rurali fatte con pietre. Anche le prime costruzioni ad essere realizzate nel Salento, in tutta probabilità erano concepite con la tecnica dei muretti a secco.  La loro costruzione era compito dei contadini, i quali rompevano la roccia di cui il terreno è ricco e la accumulavano ai lati dei campi. Inizialmente venivano semplicemente ammonticchiati lungo il confine per delimitare le proprietà, poi nel tempo sono diventati sempre più ordinati e snelli, andando a costituire i veri e propri “muretti a secco”.

A quel punto si incominciò a realizzarli anche per proteggere le coltivazioni dai pascoli e nacque un vero e proprio “mestiere” tramandato da padre a figlio per la loro realizzazione, il cosiddetto “paritaru”.

La tecnica di costruzione prevede la composizione di un banco di roccia disposto da due file parallele di grosse pietre, in seguito vengono aggiunte altre due file di pietre di minori dimensioni e convergenti verso l’alto e riempiti gli spazi vuoti con altro materiale più sottile. Le file vengono quindi legate da altre lastre di pietra più grosse, stavolta inserite di taglio. Anche in questo caso gli spazi sono riempiti da materiale. Per terminare il tutto, vengono chiuse le fessure rimanenti nelle facciate inserendo schegge di pietre.

Alcuni muretti sono antichissimi e risalenti al tempo dei Messapi, si riconoscono per essere disposti con una struttura fatta di blocchi squadrati disposti orizzontalmente ed erano realizzati sia per volere dei ricchi proprietari terrieri che dai contadini stessi per le piccole proprietà. Altre funzioni assunte da questi muretti sono state quelle di difesa dal mare e di recinti per animali.

Attualmente –non essendoci manodopera che li realizza con la tecnica “originale” ed essendo considerati un ostacolo per l’agricoltura meccanizzata –questi muretti rischiano di scomparire, ma sono ad oggi ancora parte integrante di molti dei paesaggi salentini.

Chi è Fabio

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