Territorio

Il Salento che va a fuoco e quello che emana tanto calore “buono” attraverso la sua gente e i suoi paesaggi; il Salento che va in fumo e quello dei fumi odorosi che si sprigionano dalle verdure messe a cuocere sulla brace: ha una doppia anima il “Salento fuoco e fumo” di Nandu Popu. Ci se ne accorge meglio a percorrerlo in bici.

Avviciniamoci agli ulivi del Salento ed ascoltiamo quello che hanno da dirci, come si faceva anticamente con i “saggi”. Nella loro corteccia contorta, tra le loro fronde, si distribuiscono secoli di storia: dalla leggenda dell’ulivo sacro alla dea Atena, fino all’immagine dell’ulivo sullo stemma della città di Otranto.

Le “pajare” del Salento ne raccontano il volto più autentico, quello rurale. Le caratteristiche case di campagna, trulliformi, sono ombreggiate da ulivi secolari, piante di fico d’india, ed un sentiero recintato da muretti a secco porta ad esse.

Dalla sommità delle fascinose torri costiere del Salento, si può fare un salto nel tempo fino al 1500, quando vi si stazionava per tenere d’occhio i nemici, per poi, con un altro balzo, ritornare al presente che offre fiabeschi panorami orlati da queste strutture fortificate con vista mare.

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