Articoli di Roberta

Chi è Roberta

Creativa, entusiasta, cerco di dare un'impronta personale a tutto quello che faccio. Perciò, quando scrivo di viaggi nel Salento e Puglia, provo a far venire fuori l'anima di questa terra. Svolgo anche attività giornalistica e di docenza in materie letterarie. Info: Sito | Google+ | Tutti i post scritti

Il Salento che va a fuoco e quello che emana tanto calore “buono” attraverso la sua gente e i suoi paesaggi; il Salento che va in fumo e quello dei fumi odorosi che si sprigionano dalle verdure messe a cuocere sulla brace: ha una doppia anima il “Salento fuoco e fumo” di Nandu Popu. Ci se ne accorge meglio a percorrerlo in bici.

Chi dice donna dice danno? No, i proverbi salentini sulla donna, in particolare sulla moglie, sono numerosissimi e se da un lato ne mettono in evidenza i difetti mal sopportati dal marito, dall’altro ne esaltano le qualità e sono indicativi di una sua centralità nel contesto famigliare.

Cinema e Salento sono quasi sinonimi. Perché il Tacco d’Italia ha una bellezza “da film”, tanto che le luci dei riflettori appaiono quasi inutili. Registi, attori, scrittori e altri importanti protagonisti hanno raccontato e “girato” questa terra dove “la location è la vita stessa”, come ha detto Al Bano Carrisi.

I vini del Salento hanno un gusto corposo in cui si rispecchia l’indole verace dei salentini doc. Percorsi divini, anzi di vini, sono organizzati in ogni momento dell’anno alla riscoperta delle vecchie tradizioni legate alla bevanda sanguigna dal potere rinvigorente.

La conquista turca di Otranto continua a far parlare di sé. Storici, religiosi e letterati, nei secoli, hanno avanzato le loro diverse ipotesi sulle motivazioni, politiche o religiose, dell’eccidio avvenuto nel 1480: davvero gli 800 otrantini decapitati sono martiri della fede o semplicemente uomini che, con atteggiamento eroico, tentarono di resistere all’occupazione turca?

L’olio del Salento non è una “meteora”, ma gode di un successo intramontabile, dall’antichità ad oggi. Lo apprezzava già il poeta latino Orazio, poi nel ‘700 Caterina di Prussia, ed oggi lo celebriamo tutti quanti sulle nostre tavole, dove condisce i piatti della tradizione.

Avviciniamoci agli ulivi del Salento ed ascoltiamo quello che hanno da dirci, come si faceva anticamente con i “saggi”. Nella loro corteccia contorta, tra le loro fronde, si distribuiscono secoli di storia: dalla leggenda dell’ulivo sacro alla dea Atena, fino all’immagine dell’ulivo sullo stemma della città di Otranto.

Il fico d’india: non guardatelo male, perché “oltre le spine c’è di più”! Il famoso frutto, originario del Messico, ha una polpa gialla, con proprietà antiossidanti, e si declina in tante originali ricette della cucina salentina! Provare per credere…

Le avrete degustate in tutte le salse: in un invitante piatto di spaghetti, gratinate, nella “taieddhra”, nell’impepata o crude, condite solo da limone. Ma sapete perché le cozze tarantine sono famose in tutto il mondo e hanno un sapore senza eguali?

Le “pajare” del Salento ne raccontano il volto più autentico, quello rurale. Le caratteristiche case di campagna, trulliformi, sono ombreggiate da ulivi secolari, piante di fico d’india, ed un sentiero recintato da muretti a secco porta ad esse.

Dalla sommità delle fascinose torri costiere del Salento, si può fare un salto nel tempo fino al 1500, quando vi si stazionava per tenere d’occhio i nemici, per poi, con un altro balzo, ritornare al presente che offre fiabeschi panorami orlati da queste strutture fortificate con vista mare.

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